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La Di Francisca: si fa l’Europa anche sul podio

Nel medagliere la parola Europa non c'è, anche se qualcuno ha fatto i conti e ha scoperto che se tutti i Paesi si mettessero insieme sarebbero secondi solo agli Stati Uniti. Ma Europa è una parola difficile anche fuori dalle Olimpiadi, perché ogni giorno che passa c'è la critica, chi la ritiene un guscio vuoto, chi se ne va, come ha fatto la Gran Bretagna con il discusso referendum sulla Brexit, che ha portato (ora con qualche rimpianto) i britannici a votare per l'uscita. Ecco perché Elisa Di Francisca ha colpito nel segno quando scesa dal podio dove aveva ritirato la medaglia d'argento del fioretto, ha tirato fuori la bandiera blu con le stelle gialle dell'Unione Europea, un modo per rivendicare un'affinità, una vicinanza, un sentire comune, qualcosa che riguarda più i ragazzi che si trovano insieme in qualche parte del mondo e scoprono che tutte queste differenze fra uno spagnolo, un belga e un italiano non ci sono.

Ma Elisa voleva dire qualcos'altro con quel gesto. "Ho dato voce al mio tormento". Il suo è stato un no alla paura, ed è nato proprio nei giorni degli attentati dell'Isis. Il Corriere della Sera aveva invitato, in apertura delle Olimpiadi, a esibire quella bandiera, sperando che a portare in alto il nome dell'Europa fosse un'italiana o un italiano. È' andata perfettamente così, il gesto ha superato tante frontiere e l’immagine è sbarcata in tutto il mondo.

Che la Di Francisca non sia una tipa da muri e da barriere, lo si era capito anche dopo la medaglia d'oro conquistata a Londra nel 2012. Il suo modo di esprimerlo era stato speciale: un viaggio in Africa, fra le baraccopoli e i piccoli villaggi del Kenya. Non proprio una vacanza, ma un modo di conoscere il mondo, anche quello che non compare mai in televisione o che è lontano dalle nostre copertine. Dal Kenya all'Unione Europea, il mondo di Elisa è quello di chi non vuole rimanere dentro casa.